Dove | Poggio / Marciana |
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Come arrivare | Da Marciana una breve escursione, molto bella dal punto di vista naturale. In alternativa si può percorrere un itinerario semplice con partenza da un sentiero nei pressi della Fonte Napoleone (Poggio). |
L'austero romitorio di San Cerbone si trova tra i paesi di Poggio e Marciana, a quota 530 slm nel piccolo pianoro alle pendici del Monte Capanne.
La chiesa è immersa e protetta da un bellissimo bosco di castagni secolari.
L'ambiente naturale circostante è a dir poco spettacolare: un bellissimo castagneto cinge l'edificio quasi a volerlo proteggere. L'abbraccio della vegetazione è talmente stretto che è impossibile vedere la chiesa da lontano; si scopre allo sguardo solo a poche decine di metri di distanza.
Secondo la tradizione, questo fu il luogo dove il Vescovo di Populonia si rifugiò dopo la fuga all’Isola d’Elba nel 569 a causa delle persecuzioni dei Vandali ariani (una popolazione germanica orientale come i Burgundi, i Goti e i Longobardi). Il Santo scelse come rifugio una piccola grotta nei pressi del romitorio chiamata Grotta di San Cerbone.
Il primitivo impianto della chiesa, probabilmente un’edicola commemorativa a testimonianza del luogo dove visse San Cerbone, sarebbe stato costruito dopo la morte del santo avvenuta nel 575. Secondo questa credenza e come si legge sull’epigrafe posta sul muro esterno della chiesa, “[...] questo romitorio è il più antico luogo di culto dell’Isola d’Elba”.
In età romanica venne ampliata e in parte ricostruita, come avvenuto per altri arcaici edifici sacri dell’arcipelago. Nel 1421 venne fondato un convento. I frati però abbandonarono presto l‘edificio a causa dell'asprezza delle condizioni ambientali e della difficoltà per raggiungerlo. Il luogo fu trasformato in romitorio ed abitato, sino alla metà del XIX secolo, da eremiti laici.
Curiosità: All'epoca della costruzione del convento, Marciana e Poggio erano due comuni separati e il confine tra i due passava proprio per l'edificio di San Cerbone. La porzione occidentale era in territorio marcianese, mentre quella orientale era pertinenza di Poggio. Di questa virtuale ripartizione è testimonianza il detto marcianese «Santa Caterina è nossa, di San Cerbone ce n’avemo mezzo».
L’ottocento, nel periodo durante il quale l’Isola d’Elba faceva parte del Granducato di Toscana, vide la decadenza del romitorio. Il recupero cominciò nel 1979, voluto dal nobile danese Viggo Dimitri de Wichfeld, curato da Paolo Ferruzzi e realizzato da Franco Segnini. Il restauro si concluse nel 1993, e al ricordo fu posta la lapide sul muro della chiesa.
È molto difficile visitare la chiesa all'interno, essendo quasi sempre chiusa, ma si può comunque dare una sbirciata da una finestra sulla facciata.
La struttura della chiesa è quanto di più semplice si possa immaginare: a una sola navata, con il soffitto a travi, il pavimento in cotto e nessun fregio né affresco.
All’interno accoglie due altari laterali intitolati a San Giacomo e alla Madonna della Neve.
Una tela ottocentesca di eccezionale fattura posto sull’altare maggiore, raffigura San Cerbone «in cathedra» accompagnato dalle oche del miracolo.
La facciata presenta un portale riquadrato in granito locale sormontato da un timpano spezzato ad arco. Sopra un oculo ovale cieco. Ai lati della porta si aprono due finestrelle, anch'esse in pietra e protette da inferriate. A sormontare la facciata vi è il piccolo campanile a vela. La ex casa dei romiti è attigua alla chiesa, sul retro di essa.
Curiosità: A fianco della chiesa un tempo c’era un albero di fico, chiamato Fico di San Cerbone, che aveva la particolarità, data la rilevante altitudine e la fortissima umidità del luogo, di produrre frutti a maturazione ritardata, in concomitanza con la festa del Santo, il 10 ottobre.
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