Dove | Porto Azzurro - Loc. Monserrato |
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Come arrivare | Da Porto Azzurro, prendere la provinciale per Rio Marina (SP 26); dopo circa 1 chilometro sulla sinistra si trova un segnale che indica la strada per raggiungere il Santuario. Parcheggiare nel piazzale all'altezza del maestoso albero di pino secolare o nello spiazzo poco più avanti, quindi procedere a piedi. |
Orario estivo | dal 24 giugno 2024 9:30-12:00 / 16:00-19:00 Si precisa che il Santuario è gestito da volontari, quindi potrebbe accadere che qualche mattina o pomeriggio non sia accessibile. In tale eventualità, sarà compito di chi gestisce informare i visitatori. |
Prezzi | entrata libera |
Contatti | tel. +39 0565 95075 (Parrocchia S. Giacomo - Porto Azzurro) |
Il santuario della Madonna di Monserrato si trova su uno sperone roccioso, in uno scenario molto caratteristico tra cipressi, agavi e macchia mediterranea e da cui si gode un bellissimo panorama sulla vallata sottostante.
Il santuario ha la forma di un rettangolo irregolare; contiguo a esso, a creare un corpo unico c'è la sagrestia. Sopra la chiesa svetta una cupola classicheggiante, sormontata da una lanterna. Il campanile è a vela. La facciata è disadorna e mostra bene le modifiche a cui è andata soggetta in progresso di tempo. Il portale è sovrastato da un timpano spezzato, e sopra di esso si apre un finestrone rettangolare.
Infoelba consiglia: Molto interessante, all'esterno, è l'acquedotto che in passato riforniva il santuario.
Anche l’interno è spoglio e senza pregi architettonici anche se le pareti, scrostate in qualche punto, rivelano tracce di affreschi sottostanti.
Sull'altare di marmo si trova la grande attrazione dei fedeli. Si tratta del dipinto della Madonna Nera, copia di quello più celebre della Nuestra Señora Morena conservato nel santuario di Montserrat in Catalogna. Di autore ignoto, ha un modesto pregio pittorico. Raffigura Maria assisa in trono con il Bambino in grembo. La Vergine, vestita da ampi panneggi rossi e azzurri, tiene nella mano destra una sorta di vaso sferico da cui spunta una pianta di giglio fiorita.
Oltre al Santuario, è possibile visitare la cella del romitorio, il refettorio e l'erboristeria, tutti aperti al pubblico. Una piccola mostra permanente espone quadri e disegni interamente dedicati a Monserrato. Un altro punto di interesse è il locale che ospita costumi d’epoca, insieme a un angolo dedicato allo studio e alla lettura con una vasta selezione di libri su tematiche evangeliche, agiografiche e storico-naturalistiche.
Il santuario fu fatto costruire in segno di gratitudine nel 1606 da José Pons y León dei duchi di Arcos, governatore spagnolo di Napoli e primo governatore della piazza di Longone. Mentre stava risalendo la costa tirrenica fu sorpreso da un'improvvisa burrasca di scirocco, che aveva reso il mare grosso e la navigazione pericolosa.
I governatore pregò Nuestra Señora di Montsérrat (a cui era molto remoto) di essere salvato e dopo essere approdato sano e salvo nel golfo di Porto Longone, per riconoscenza fece costruire il santuario dedicato alla Madonna di Monserrato in ricordo di quello omonimo esistente in Catalogna.
Curiosità: Ancora oggi l'8 settembre di ogni anno a Porto Azzurro si festeggia la Madonna di Monserrato.
Il santuario fu edificato in una valletta del monte Castello, a tre chilometri da Porto Azzurro, perché il luogo selvaggio e pieno di cime appuntite ricordava al governatore "Monserrat" e perchè c'era l'acqua.
Don José volle anche provvedere alla dotazione della chiesa col suo testamento del 17 Maggio 1616. Donò, infatti, un molino a Reale, dei terreni, fabbricati e ricchezze affinché i padri agostiniani di Piombino vi tenessero ogni giorno una messa. Donò anche una copia della Madonna Nera.
Nel 1759, quando la piazza di Longone passò a far parte del regno di Napoli, si istituì una commissione per ricercare i beni appartenenti al santuario. Così si accertò che il patrimonio si era molto assottigliato perché una parte figurava in proprietà di altre persone, senza che esistesse "declaratión ni indicio de como los mismos han alienados". La commissione concluse dicendo "se habían perdidos las copias de los actos de compra". È probabile che i beni perduti siano stati oggetto di usurpazioni o di vendite fraudolente.
Il santuario ha goduto di fama nel XVII e XVIII secolo, essendo divenuto meta di pellegrini: marinai, contadini e predicatori d’ogni risma. Il governatore Don Diego d'Alarçon, preoccupato dalla mancanza di sufficiente assistenza religiosa ai militari chiese a Filippo V, nel 1722, di avere alcuni frati. Il Re allora ordinò che nell'ospedale di Longone fosse allestita un'abitazione per i Padri dell'Ambrosiana di S.Pietro di Alcantra che risedettero invece a Monserrato.
Quando S. Paolo della Croce pose la sua sede sul monte Argentario, nel 1729, fece molti viaggi all'Elba, e pensò di aprirvi un convento per il suo ordine, i Passionisti, così, nel 1735, fece richiesta al governatore di stare a Monserrato. I Padri agostiniani e gli altri ecclesiastici, interpellati, dettero, però, parere sfavorevole. I Passionisti fecero un altro tentativo per avere Monserrato alla fine del secolo. Il vescovo di Massa chiese il parere degli ecclesiastici di Porto Longone che anche questa volta lo negarono per due motivi: il paese era povero e privo di risorse finanziarie per cui sarebbe mancata l'abbondanza delle elemosine alle messe; non c'era ragione di togliere dal santuario il cappellano e i due eremiti.
Nel Settembre 1814 Napoleone, accompagnato da Pons e da Bertrand volle visitare il santuario di Monserrato. I monaci Agostiniani di Piombino divennero proprietari del santuario, su cui scese lentamente l'oblio, sino alla fine del secolo XIX, quando sono iniziate le opere di restauro e il Santuario è stato riaperto al culto.
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