Dove | Rio |
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Come arrivare | Seguendo la strada della Parata che da Rio nell'Elba conduce a Cavo, dopo circa 3 chilometri lasciare l'auto e imboccare il sentiero n. 259, situato sulla destra. Il percorso è molto breve e immerso in un bosco di lecci e altra vegetazione mediterranea. |
La fortezza del Giogo o del Giove si trova sulla sommità del Monte Giove, che domina dall'alto le sottostanti miniere di Rio Marina.
Dal forte il panorama è veramente unico, la vista si spinge sul canale che divide l'Isola d'Elba dalla costa piombinese, punteggiato dagli isolotti di Palmaiola e Cerboli, fino ai promontori di Populonia e dell'Argentario, sul versante orientale dell'Elba e sull'Isola del Giglio.
Sul nome della fortezza vi sono opinioni diverse che traggono origine dalla tradizione: una fa risalire il termine giogo al latino iugum, riferendosi alla conformazione geografica “a sella” dell'altura su cui sorge la fortificazione; una seconda si appella alla divinità di Giove, per il quale secondo una leggenda fu fatto costruire un tempio proprio sulla sommità della collina. Alcune fonti risalenti al XVIII e XIX secolo affermano infatti che la fortezza sarebbe stata edificata sui ruderi di un tempio romano.
L'attuale fortezza fu costruita nel 1459 per opera degli Appiani e rappresenta ancora oggi un esempio evidente di struttura militare tardo medievale.
Il forte aveva l'importante funzione di controllo sul traffico marittimo e sulle miniere, ma fu utilizzato anche come luogo di rifugio per la popolazione del vicino borgo di Grassera.
Purtroppo la fortezza non riuscì a difendere la popolazione locale. Durante le invasioni del 1534 e 1553 da parte dei turchi guidati da Barbarossa e Dragut, venne preso d’assalto e colpito duramente, con la conseguente distruzione del villaggio di Grassera e la deportazione di alcuni suoi abitanti come schiavi.
L'edificio subì numerosi assedi anche nel XVII secolo, durante la dominazione spagnola, che portarono alla sua rovina, prima per mano dei francesi e successivamente delle truppe austriache.
Oggi l'edificio è in stato di abbandono e lo stemma in marmo del principato degli Appiani che sovrastava l'ingresso principale è andato perduto.
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