Dove | Portoferraio - Loc. Le Grotte |
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Come arrivare | Sulla sinistra, a circa 5 km da Portoferraio, sulla strada provinciale per Porto Azzurro. |
Orari 2024 | 29 marzo - 24 aprile venerdì, sabato e festivi 10:00 - 12:00 / 16:00 - 18:00 25 aprile - 11 giugno / 1 settembre - 2 novembre 10:00 - 12:00 / 16:00 - 18:00 12 giugno - 31 agosto 10:00 - 12:00 / 15:30 - 19:30 Il complesso monumentale delle Grotte è visitabile tutto l’anno previa prenotazione e con possibilità di organizzare e accogliere visite guidate, itinerari didattici ed eventi privati. |
Prezzi | Intero € 5,00 / Ridotto €3,00 (9-18 anni, over 70, gruppi e studenti) / gratuito (fino a 8 anni) Cosmopoli Card - intero € 20,00 / ridotto € 15,00 / Famiglie € 15 (minimo 3 paganti) durata 7 giorni, permette la visita: Fortezze medicee, Forte Falcone, Complesso monumentale delle Grotte e Pinacoteca Foresiana. |
Contatti | +39 0565 1933589 - www.villaromanalegrotte.it / www.visitaportoferraio.com |
Il complesso monumentale delle Grotte domina il braccio di mare compreso tra Populonia e Portoferraio. L’edificio venne costruito in opus reticulatum, sulla base di un progetto architettonico che prevedeva un complesso di forme “a blocco”, organizzato su due terrazze ed emergente dal territorio circostante.
Interpretato per molti anni come lussuosa villa marittima destinata agli otia di un personaggio importante dell’élite senatoria, il complesso racconta oggi una storia diversa, grazie alle ricerche condotte dal 2019 al 2022 da parte dell’Università degli Studi di Siena.
Il complesso presenta due fasi costruttive distinte. Fu realizzato fra il 40 e il 30 a.C. allo scopo di immagazzinare acqua dolce da utilizzare per l’irrigazione delle coltivazioni, per rifornire gli edifici della pianura sottostante ma soprattutto le navi in transito in questo tratto del Tirreno. La sua edificazione avvenne probabilmente in concomitanza con la costruzione di un acquedotto (i cui archi sono visibili in molte immagini sette/ottocentesche del promontorio).
Alla fine del I secolo a.C. una generale ristrutturazione dell’area portò a un cambio funzionale. Gli ambienti connessi con l’adduzione dell’acqua furono chiusi e riempiti di terra per rialzare i piani di calpestio, e poi decorati con pavimenti a mosaico e in opus sectile. Nei vani sostruttivi a nord, adibiti probabilmente a magazzini nella prima fase, vennero costruiti un impianto termale ed una cisterna per le acque piovane.
L’articolazione dei nuovi ambienti e la raffinatezza delle decorazioni rinvenute indicano, per questa fase, un complesso monumentale privato, con stanze di rappresentanza, giardini e vasche con scenografici giochi d’acqua: la presenza di motivi decorativi, strettamente legati alla propaganda politica dell’imperatore Augusto, consentono di collegare la proprietà di questo edificio alla casa imperiale.
L’edificio venne abbandonato alla fine del I secolo d. C., forse in modo programmatico e con un trasloco dei beni più preziosi, fatto che spiegherebbe l’assenza di materiali e decorazioni di pregio.
Pavimenti e strutture vennero danneggiati nei secoli dai lavori agricoli, ma l’intervento distruttivo più grave fu l’utilizzo dell’area per scopi militari. Tra il 1799 e il 1802 l’Elba fu teatro di scontro tra i Francesi da una parte e il Granducato di Toscana dall’altra, sostenuto dalla marina britannica. Molti muri perimetrali furono abbattuti per installare una batteria di cannoni d’assedio.
Da allora, nonostante i danni arrecati dal tempo e soprattutto dall’uomo, i resti del complesso delle Grotte si ergono ancora maestosi sulla rada di Portoferraio e si offrono ai visitatori per raccontare la loro storia millenaria.
A partire dal 2012 sono stati rinvenuti numerosi reperti che hanno portato ad individuare nei proprietari della villa alcuni esponenti dell'antica e prestigiosa famiglia dei Valeri. La scoperta di alcuni bolli apposti su anfore e dolia (contenitori di terracotta di forma sferica adibiti principalmente al trasporto del vino) e incisi da uno schiavo, riportano infatti il nome del proprietario dei dolia e del vino in essi contenuto. Questo dato è confermato anche da altre informazioni storiche, come una scrittura di Ovidio, che conferma la presenza all’Elba di possedimenti delle nobili famiglie dei Valeri e degli Aureli.
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