Dove | Portoferraio - P.za Gramsci (via del Carmine) |
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Orari 2025 | Pasqua 9:00 - 17:00 / martedì chiuso |
Prezzi | Intero € 8,00 / Ridotto € 6,00 (9-18 anni, over 70, gruppi e studenti) / gratuito (fino a 8 anni) Cosmopoli Card - intero € 20,00 / ridotto € 15,00 / Famiglie € 15,00 (minimo 3 paganti) durata 7 giorni, permette la visita: Fortezze medicee, Forte Falcone, Museo della Linguella, Teatro dei Vigilanti, Complesso monumentale delle Grotte e Pinacoteca Foresiana. |
Contatti | tel. +39 0565 1930894 - www.visitaportoferraio.com |
Antico luogo di aggregazione, il Teatro dei Vigilanti rappresenta un elemento identitario della città di Portoferraio, per la sua valenza storico-architettonica e culturale.
Il teatro dei Vigilanti nel tempo ha subito varie trasformazioni fino ad arrivare all’attuale sistemazione: una platea a pianta di ferro di cavallo da dove si innalzano quattro ordini di palchi e loggione. La capienza totale di 225 posti.
Dell'antica chiesa rimangono la maestosità, le colonne laterali e l'abside, completamente incastonato sotto il palcoscenico. Del periodo napoleonico è conservato il sipario, dipinto da Vincenzo Antonio Revelli: una rappresentazione bucolica dove Napoleone veste i panni di Apollo, dio delle arti.
La costruzione della struttura si deve all’allora Governatore di Portoferraio Orazio Borbone Marchese di Sorbello che, nella prima metà del XVII secolo, fece erigere una cappella a forma ottagonale, per accogliere la sua sepoltura. Nel 1714 il nuovo Governatore di Portoferraio Girolamo Piccolini fece demolire la cappella e iniziò i lavori per la costruzione di una nuova chiesa, che terminarono nel 1718. Con pianta a croce greca, la Chiesa del Carmine, era la chiesa più ricca della città di Portoferraio. Nei primi anni del 1800 venne sconsacrata, spogliata dei pregevoli arredi e usata per fini bellici diventando un magazzino militare.
Nel 1814, quando Napoleone Bonaparte giunse all’Elba, propose la realizzazione all’interno dell’edificio di un piccolo teatro per ospitare rappresentazioni e feste. Il progetto fu affidato all’architetto Bargigli, che progettò una platea a ferro di cavallo con 65 palchetti, distinti in 4 ordini sormontati da un loggione, con 16 palchi di prim’ordine. I lavori iniziarono nel luglio 1814.
I rappresentanti delle più importanti famiglie della città: i Lapi, i Balbiani, i Bigeschi, i Vantini Lambardi Foresi ed altre, crearono l’Accademia dei Fortunati per la gestione della struttura, ma ben presto si resero conto che le risorse economiche non erano sufficienti alla prosecuzione i lavori. Decisero così di vendere all’asta i palchetti del teatro, dando il diritto di prelazione agli stessi accademici ed alle autorità cittadine. Ciò divenne motivo di grandi liti fra le famiglie "buone" della società elbana che volevano acquistare i palchi più costosi per dimostrare la maggiore importanza del loro cognome.
Nell’agosto 1814 Vincenzo Antonio Revelli, pittore piemontese, chiamato da Napoleone per decorare le proprie dimore di San Martino e Villa dei Mulini, fu incaricato di eseguire il pregevole sipario, mentre per gli ornati e stucchi fu incaricato l’artista livornese Compormi.
L’inaugurazione del teatro avvenne il 24 gennaio 1815 con un solenne ricevimento al quale parteciparono la madre di Napoleone, Lucrezia Ramolino e la sorella Paolina.
Il teatro diretto dall’Accademia dei Fortunati, continuò le rappresentazioni anche dopo la partenza di Napoleone. Nel 1819 l’Accademia cambiò il nome e prese quello "dei Vigilanti" con lo stemma araldico rappresentato da un gallo su sfondo rosso. Il motto fu cambiato (da "a noi la sorte!") in "Ad quod expedit advigilant" ovvero "A ciò che è di utilità stanno vigili".
Il Teatro continuò ad ospitare rappresentazioni, feste e masquerade fino agli inizi del '900 quando, per le grandi difficoltà economiche che investirono l'Elba (e l'Europa intera), venne abbandonato.
Nel 1922 il teatro, che si trovava in precarie condizioni è stato oggetto di un intervento di ristrutturazione terminato il 4 aprile del 1923, che probabilmente ha modificarono gli stucchi, i decori. Negli anni '30 fu riaperto per ospitare feste e balli fino ad essere trasformato, nel dopoguerra, in cinematografo. Nel 1952, con l'apertura del cinema Astra, più moderno e capiente, fu chiuso e abbandonato.
Nel 1974 il teatro fu acquistato dal Comune di Portoferraio e nel 1979 ebbero inizio i lavori di ristrutturazione e restauro dell’immobile, con importanti interventi realizzati in cemento armato sulle strutture portanti del monumento, gravemente degradate per il prolungato abbandono del Teatro, che si conclusero nel 1997.
Nel 2015, il Comune di Portoferraio ha deciso di dedicare il teatro a Renato Cioni, il celebre tenore elbano, soprannominato “La voce dell’Elba”, scomparso l'anno precedente. Nato in una famiglia di pescatori, Renato Cioni fece i primi passi nel canto in occasione di matrimoni religiosi nel Duomo di Portoferraio. Poi studiò musica al Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, iniziando l'ascesa nel mondo della lirica che lo porterà al successo sui più importanti palcoscenici mondiali con le più grandi voci della lirica come Maria Callas, Renata Scotto, Tito Gobbi.
Per conoscere meglio la sua carriera e la sua eredità, è possibile leggere l'articolo dedicato su I Love Elba: "Dallo scoglio alla Scala: la straordinaria carriera del tenore elbano Renato Cioni".
Nel 2023 è stato attuato un nuovo intervento di restauro, riqualificazione ed efficientamento energetico. Un intervento particolarmente importante non solo perché ha restituito alla struttura il suo originale splendore, ma anche perché ha permesso di scoprire una serie di pitture murali di probabile epoca napoleonica, all’interno dei palchetti del teatro.
Il restauro è stato esteso al rosone di copertura che ora può essere ammirato nella sua originale brillantezza e ha consentito anche di riportare alla luce le cornicine dorate dei vari ordini dei palchetti. Tra gli interventi più significativi spiccano inoltre la riapertura dell’originario collegamento tra il palco e la platea, il rifacimento degli intonaci e la tinteggiatura sia interna che delle facciate.
Nel 2025 è stata inaugurata, negli spazi esterni al Loggione del teatro, l’esposizione permanente “Il Teatro e la sua storia”: un percorso divulgativo composto da quindici pannelli che raccontano l’evoluzione dell’edificio, intrecciandola con quella della città di Portoferraio.
La mostra offre una ricca serie di approfondimenti, spesso poco noti, sulla storia locale e sull’edificio stesso. Grazie alla presenza di numerosi QR code, è possibile esplorare contenuti multimediali che aiutano a riconoscere nella struttura architettonica del teatro le tracce del suo passato.
Un topolino stilizzato, guida curiosa e simpatica, accompagna i visitatori più piccoli nella lettura dei pannelli spiegandone in modo semplice i concetti principali. Altri QR code rimandano a video storici tratti dagli archivi della RAI e dell’Istituto Luce, offrendo ulteriori spunti e testimonianze.
L’itinerario si apre e si chiude con due brevi filmati: il primo vede protagonista l’architetto Italo Balestrini, autore del primo intervento di restauro del teatro; il secondo è un omaggio al tenore elbano Renato Cioni, con un toccante ricordo della figlia Cristina, che racconta il profondo legame con il padre.
L’esposizione è stata curata dalla Cooperativa Alké Servizi Culturali, ispirata dai testi di Giuliano Giuliani, Fortunato Colella e da documenti provenienti da archivi storici pubblici e privati, sia elbani che fiorentini.
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