Dove | Portoferraio - Località San Martino |
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Orario | martedì, giovedì, sabato, domenica e festivi: 9:00 - 13:30 (ultimo ingresso ore 13:00) mercoledì e venerdì: 14:00 - 18:30 (ultimo ingresso ore 18:00) |
Chiusura per riposo | ogni lunedì, 1 gennaio, 25 dicembre |
Info | l’ingresso a Villa di San Martino, per motivi di sicurezza, è limitato a 25 persone per volta. |
Tariffe | Intero € 5,00 / Ridotto € 2,00 Riduzioni e gratuità secondo le norme di legge previste per i musei statali. |
Accesso per portatori di handicap | Parziale: è possibile visitare il piano terra facilmente, ma per accedere al primo piano è necessario salire una scalinata. |
Riprese filmate ed acquisto fotografie | previo accordo con il direttore, in base alle normative vigenti |
Concessione d’uso di ambienti | limitata al giardino |
Accesso ai cani | non consentito |
Contatti | telefono +39 0565 914688 |
La Villa di San Martino, residenza estiva di Napoleone, si trova in mezzo alla campagna, a circa 5 km da Portoferraio.
Napoleone acquistò la proprietà dalla famiglia Manganaro nel 1814, con l'intento di trasformarla in dimora confortevole e raffinata, che non avesse nulla da invidiare alle residenze parigine. Apportò quindi diverse modifiche tra cui: l’ampliamento dell’edificio, la ristrutturazione del prospetto, con la sistemazione di un arioso giardino pensile prospiciente la rada di Portoferraio, e la decorazione degli interni.
Curiosità: Napoleone aveva in progetto anche la realizzazione di un’azienda vitivinicola elbana. Fece impiantare diversi tipi di vitigni, immaginando anche due etichette: il rosso Côte de Rio, ispirato al colore rosso delle montagne ricche di minerali e il bianco Monte Giove, che richiamava il granito dell’omonima cima.
La residenza napoleonica originaria si estende al di sopra della Galleria Demidoff. L'architettura esterna molto sobria si impreziosisce al suo interno con due piani di stanze e sale progettate dall'architetto Bargigli e affrescate dal torinese Vincenzo Antonio Revelli.
Degni di nota sono, al secondo piano, la sala egizia, dove una vasca ottagonale contiene piante di papiro e le pareti rappresentano un trompe l'oeil della campagna d'Egitto, e la sala del nodo di amore, il cui affresco sul soffitto simboleggia l'amore fra Napoleone e Maria Luisa, raffigurato da due colombi che allontanandosi, stringono il nodo d'amore.
La maestosa architettura neoclassica che accoglie il visitatore si deve al conte Anatolio Demidoff, marito della nipote di Napoleone Matilde di Monfort, che nel 1851 acquistò la villa. Demidoff, da grande collezionista d’arte e ammiratore delle imprese di Napoleone, progettò di costruire un grande museo che potesse ospitare la sua collezione di cimeli napoleonici e per questo commissionò la costruzione di una galleria che tuttora porta il suo nome.
La galleria Demidoff si estende ai piedi della residenza originaria e al suo interno è possibile contemplare incisioni, litografie e acqueforti. Numerosi sono i ritratti di Napoleone in veste di generale e imperatore e dei suoi familiari, i ritratti degli ufficiali della Grande Armée e delle principali battaglie, ma vi sono anche molte immagini aneddotiche e satiriche.
Nelle sale della galleria è esposta anche l'originale della Galatea, scolpita dal Canova, per cui sembra posò Paolina Borghese e che originiariamente era destinata a impreziosire i giardini della Palazzina dei Mulini.
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