Come arrivare | Il Semaforo di Campo alle Serre si trova sul sentiero n. 176 A, accessibile tramite diversi percorsi trekking da Chiessi (sentiero n. 125), da Colle d'Orano e da Marciana. |
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Il Semaforo di Campo alle Serre rappresenta un’affascinante testimonianza della storia marittima dell’Isola d’Elba. Questo semaforo marittimo, ormai dismesso, si trova sull’estremità settentrionale dell’Isola d’Elba, nella località collinare di Campo alle Serre (frazione di Chiessi).
Venne attivato dalla Regia Marina nel luogo di una preesistente postazione di avvistamento, conosciuta come Guardia al Turco, risalente al XVI secolo. Un tempo, era collegato al paese di Marciana tramite una strada lastricata in granito, di cui ancora oggi restano visibili numerose tracce.
Affacciato sul Canale di Corsica, il Semaforo di Campo alle Serre offre una vista che spazia fino alla Corsica, Pianosa e Capraia.
A partire dal 1861, con l’unità d’Italia, divenne fondamentale impiantare a livello nazionale, una rete strategica di postazioni per il controllo e la difesa delle coste e della navigazione. Il Semaforo di Campo alle Serre fu uno dei tre principali semafori nell’Arcipelago Toscano, insieme a Monte Grosso nella parte orientale dell’Elba e Monte Arpagna sull’isola di Capraia.
La sua costruzione fu sancita da un decreto del re Umberto I di Savoia nel febbraio 1888, con l’obiettivo di monitorare il traffico marittimo nel Canale di Corsica e garantire la sicurezza della navigazione lungo la costa occidentale dell’Elba. Oltre al controllo delle rotte, il semaforo aveva la funzione di illuminazione notturna, fondamentale per guidare le imbarcazioni in transito nella zona.
La posizione elevata del semaforo, a 601 metri sul livello del mare, lo rendeva un punto di avvistamento strategico, anche se occasionalmente veniva oscurato dalle nubi attorno al Monte Capanne. Per ovviare a questo problema, nel 1909 fu costruito il Faro di Punta Polveraia, situato più vicino alla costa di Patresi.
Curiosità: Nel febbraio del 1908, il Semaforo di Campo alle Serre ospitò lo scrittore Guido Milanesi, che vi soggiornò in qualità di ispettore militare. L’esperienza di Milanesi, insieme al racconto della tragica storia d’amore tra la giovane Marinella di Chiessi e il semaforista genovese Osvaldo Schiaffino, venne raccontata nel suo romanzo “Thalatta”.
Nel 1920 venne attivato un osservatorio meteorologico. La struttura cessò di svolgere la sua funzione militare con la fine della Seconda Guerra Mondiale, anche se l’osservatorio meteorologico continuò a registrare dati climatici fino al 1953, anno in cui si presume sia stata decisa la definitiva dismissione dell'infrastruttura.
Il Semaforo di Campo alle Serre è caratterizzato da una particolare architettura che lo fa assomigliare al ponte di comando di una nave. La struttura si presenta come l’unione di due edifici: il corpo principale, utilizzato come alloggio e sede di una postazione con aerofono, e una struttura più piccola.
La struttura principale, di forma rettangolare e distribuita su due livelli, era in muratura, con un portone d’ingresso sormontato da un arco tondo al centro della facciata principale. Nella parte superiore si trovava una finestra circolare, mentre due finestre rettangolari erano posizionate una per lato, accanto al portone d'ingresso. Sul lato occidentale si addossa il secondo edificio, di dimensioni minori e a pianta semicircolare, sormontato dai resti di un tiburio metallico ottagonale. Questa parte della struttura ospitava il punto di avvistamento, collocato in una posizione strategica per dominare il canale tra l’Elba e la Corsica, oltre al faro per l’illuminazione notturna. Nelle vicinanze si trova ancora il traliccio dell'antenna che permetteva le comunicazioni radiofoniche e telegrafiche.
Oggi il complesso si presenta come un rudere, privo di tetto, porte e finestre, e per ragioni di sicurezza è consigliabile osservarlo solo dall’esterno.
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