"Gli abitanti dell'Isola d'Elba sono forti e sani perché il vino dell'isola dà forza e salute".
Lo diceva spesso Napoleone al suo rientro in Francia. E come dargli torto? Sarà merito del sole, della brezza marina, dei profumi della macchia: i vini dell’isola sono davvero pregiati e unici e raccontano una storia molto antica.
L'Isola d'Elba ha una storia lunghissima legata alla produzione vitivinicola che parte dall'età degli etruschi. Il ritrovamento di moltissimi reperti anche del periodo greco e romano, molti dei quali idonei alla conservazione e al trasporto del vino, attestano che nelle epoche antiche oltre all'abbondante produzione, era molto florido anche il commercio.
Limitandoci a considerare i tempi più recenti è possibile scoprire che nei primi anni del ‘900, tra le tre zone vitivinicole più grandi della Toscana, una era proprio l'Isola d'Elba.
All'epoca il profilo dell'Elba era molto diverso dall'attuale, era disegnato da muri a sasso e terrazzamenti a vigneto che ricoprivano le pendici dei colli e si arrampicavano fino a circa 400 metri d'altezza: era questo il modo di coltivare i filari della vite.
L'avvento e il continuo sviluppo del turismo (insieme ad agenti patogeni e parassiti come la filossera), provocò l'abbandono delle vigne. Il patrimonio viticolo si ridusse drasticamente e la coltivazione fu spostata nelle zone più pianeggianti lasciando incolti i terrazzamenti che nel tempo sono stati coperti da macchia e boschi.
Negli anni '70 si arrivò ad un minimo storico di appena 100 ettari di terreno coltivato.
Lo sviluppo del turismo però ha successivamente generato un mercato di ritorno per i vini locali e oggi le cantine che producono e imbottigliano sono sensibilmente aumentate, riqualificando così questo settore e orientandolo sempre di più verso prodotti di qualità.
Nei primi anni ‘90 alcune quasi tutte le aziende elbane si riunite in un Consorzio di Tutela del vino dell'Elba, costituito a norma di legge 164/92.
La denominazione di origine controllata Elba è stata istituita nel 1967 con le tipologie Elba Bianco e Elba Rosso. Nel 1994 sono state introdotte nella denominazione anche l’Elba Aleatico, l’Elba Ansonica, l’Elba Ansonica Passito e l’Elba Rosato. Nel 1999 viene riconosciuta anche la denominazione del Moscato dell’Elba e nel 2011 anche le tipologie Elba Vermentino, Elba Trebbiano e Elba Sangiovese.
Nel 2011 viene riconosciuto la DOCG per l’Elba Aleatico.
Dalle viti adagiate in posizione suggestive, spesso compenetranti con le aree protette del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, molte delle quali affacciate sul mare, si ricava una rosa di vini piuttosto ampia.
Per scoprire i vini elbani non c’è modo migliore che visitare i vitigni e le aziende agricole sparse sul territorio che continuano a tramandare la tradizione e la cultura della vita ed in cui è possibile fare degustazioni (è consigliabile la prenotazione).
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