Colore: rosso rubino intenso e brillante con riflessi violacei che tendono al granato con l’invecchiamento
Odore: intenso di confettura di piccola frutta rossa, ciliegie, more, fragole, succo di mirtilli
Sapore: dall'amabile al dolce, ricco di corpo, con una vena sapida nel finale che lo rende intrigante, buona struttura e lunga persistenza in bocca
Gradazione alcolica minima: 19% vol di cui almeno 12% vol. svolto
Acidità totale minima: 6 g/l
Estratto secco netto minimo: 35 g/l
Abbinamento gastronomico: l’abbinamento classico è con la schiaccia briaca dell’Elba. Superbo con il cioccolato, è ottimo anche con crostate di frutta e preparazioni a base di crema e frutti di bosco. In estate è fantastico servito con le pesche tagliate. Abbinamento poco consueto, ma di sicura efficacia, è servito a fine pasto con formaggi erborinati come il Gorgonzola o il Roquefort. Nella sua versione più secca può essere sorseggiato anche come da meditazione, da sigaro.
Temperatura di servizio: 12°-14° C
L'Aleatico Passito dell'Elba D.O.C.G. è un passito naturale non liquoroso, di straordinaria eleganza e intensità aromatica.
Tradizionalmente è il vino delle grandi occasioni: a Natale non c’è famiglia elbana che non abbia una bottiglia di Aleatico in tavola insieme naturalmente alla schiaccia briaca, al panficato e ai cantucci.
È il vitigno autoctono per eccellenza dell'Isola d'Elba, perla della produzione vinicola elbana, la prima D.O.C.G. delle isole dell'Arcipelago Toscano; le prime bottiglie di Aleatico D.O.C.G. sono quelle della vendemmia 2011. Se ne producono circa 60mila l'anno, in una produzione di circa 1 milione di bottiglie di vino complessive.
Curiosità: Anticamente si diceva che fosse in grado di resuscitare i morti ed effettivamente veniva dato ai convalescenti come ricostituente. Si racconta che Napoleone si innamorò subito dell’Aleatico dell’Elba tanto che, durante la sua permanenza sull'isola, sembrava lo bevesse persino a colazione!
L'Aleatico Passito dell'Elba D.O.C.G. si ricava dalle uve aleatico 100% prodotte “nel territorio amministrativo dei comuni dell'Isola d'Elba” e particolarmente selezionate, infatti i grappoli raccolti devono essere integri, sani e ben maturi; quelli attaccati da muffe e marciumi devono essere scartati.
Il vitigno si estende su circa 40 ettari su 170 coltivati per la produzione di Elba D.O.C.G.; ha una buccia delicata e sottile e non sopporta una lunga permanenza sulla pianta dopo la maturazione, ha una resa bassissima.
I vigneti, impiantati successivamente al disciplinare D.O.C.G., devono avere una densità di almeno 5000 ceppi per ettaro. Produzione massima di uva per ettaro 70 quintali.
La produzione per ceppo non dovrà essere superiore a 1,8 kg. Le uve destinate alla vinificazione devono devono assicurare, al momento della raccolta, un titolo alcolometrico volumico totale minimo di 11.5%.
L’Aleatico si realizza secondo un processo rigorosamente naturale, tramandato da generazioni.
La resa massima delle uve in vino non deve superare il 35% riferito all’uva fresca.
Come molti altri passiti, la produzione dell’Aleatico non è semplice. Durante le operazioni di raccolta (tra fine agosto e settembre) i grappoli anche minimamente attaccati da muffe o marciumi devono essere scartarti, e devono essere raccolti solo quelli integri, sani e ben maturi.
L’Aleatico è un vino passito naturale, quindi dopo la raccolta e un’accurata cernita, le uve vengono lasciate appassire un periodo minimo di 10 giorni all’aria e al sole, adagiate, senza sovrapporle, sul fondo di basse cassette traforate o su graticci di cannette, sino al raggiungimento di un contenuto zuccherino minimo del 30%.
L’uva nel periodo dell’appassimento ha bisogno di un clima particolare: ventilato e fresco, evitando il vento di scirocco che apporta moltissima umidità all’aria, e quindi il rischio di creazione di muffe che possono danneggiare l’acino. La selezione delle uve continua giornalmente durante tutto il periodo dell’appassimento, con controllo ed eventuale pulitura dei grappoli fatta a mano: questo è l’unico metodo tradizionale ed efficacissimo per ottenere un’uva appassita di alta qualità. Dopo circa una settimana i grappoli vengono rivoltati per farli asciugare su entrambi i lati.
La difficoltà maggiore risulta l’individuazione esatta del momento in cui le uve sono pronte.
Dopo le operazioni di appassimento, le uve subiscono un pigiatura a cui segue una fermentazione a contatto con le bucce. Una volta raggiunta la gradazione alcolica desiderata il vino viene separato dalle bucce. A questo punto il vino può subire un affinamento in acciaio, oppure un invecchiamento in botti di legno.
Curiosità: Dalle vinacce provenienti dalla produzione dell’Aleatico Passito D.O.C.G. prodotto in molte cantine è nata la grappa di Aleatico.
Alcune aziende preferiscono produrre un vino molto dolce, mentre altre preferiscono fare un vino più secco. È proprio la durata dell’appassimento che determina e differenzia maggiormente l’Aleatico delle diverse aziende.
L’Aleatico passito dell’Isola d’Elba D.O.C.G. ha un ventaglio di profumi molti particolari e intensi di marasca, ciliegia, fico e fiori di geranio e rosa. Queste caratteristiche si riscontrano solo all’Elba, infatti uno stesso vitigno coltivato altrove non possiede queste particolarità.
L’immissione al consumo dell’Aleatico dell’Elba Passito DOCG può essere effettuata a partire dal 1° Marzo dell’anno successivo a quello di produzione. La maggior parte dei produttori tende ad immettere sul mercato l'ultima vendemmia, alcuni preferiscono invece un anno di invecchiamento.
Infoelba consiglia: scaricate l'ottimo articolo di Stefano Bramanti, pubblicato su La Madia Travelfood di Elsa Mazzolini (aprile 2011), dedicato all'Aleatico, la sua storia, e le aziende elbane che lo producono (file PDF, 1,60 MB).
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