Il mito narra che Afrodite, presa da i virginali colloqui d'amore, ed il riso e gl'inganni, ed il soave sollazzo coi baci più dolci del miele
(Esiodo, Teogonia), nascendo già donna dalla schiuma del mare, si fece scivolare dal collo la sua collana, le cui perle si posarono sulla superficie delle acque. Sette caddero fra la Toscana e la Corsica dando origine all'Arcipelago Toscano, di cui l'Isola d'Elba è la perla più grande.
La geologia ci parla di ben altra origine, diversa ma non meno affascinante.
Bisogna risalire all'epoca della deriva dei continenti, quando la Pangea ha cominciato a smembrarsi, aprire nuovi oceani e chiuderne altri, e precisamente bisogna risalire alla collisione fra la placca protoafricana e quella protoeuropea, la successiva rotazione e il loro allontanamento.
I continui movimenti di queste due zolle (durati più di 100 milioni di anni) portano allo sprofondamento di interi blocchi crostali invasi dalle acque del mare, e il contemporaneo assottigliamento della superficie terrestre.
Questo processo favorisce l'ascesa di una massa magmatica che, raffreddandosi in prossimità della superficie, si converte in roccia granitica e comincia a esercitare una forte pressione sugli stati rocciosi in superficie.
È questo il plutone del Monte Capanne, il progenitore di tutto l'Arcipelago Toscano che, affiorando in superficie, provoca lo scivolamento verso oriente di rocce sedimentarie che danno origine alle pianure della zona centrale dell'Isola d'Elba e che, esercitando una maggiore pressione nella zona orientale, ostacolano l'emersione di un secondo plutone.
La giacitura di questo secondo plutone orientale, più piccolo di quello occidentale, si manifesta in superficie attraverso filoni magmatici che, a contatto con i fluidi idrotermali e le rocce preesistenti sedimentarie e calcaree, danno origine alla grande e famosa ricchezza mineralogica dell'Isola d'Elba.
Se la fascia mediana, dove si innalza il Monte Capanne, è costituita prevalentemente di graniti, tormaline, berilli, serpentine e porfidi e la fascia mediana è formata, ad est, di diabasi e serpentine e a ovest, di porfido quarzifero, alberese, granito, la fascia orientale, presenta una maggiore complessità di composizione.
La parte meridionale del Monte Calamita e il pezzo di costa compreso tra Porto Azzurro e Rio Marina è composta da micascisti paleozoici, feldspato, quarzo, tormalina, marmi, dolomie; nella zona di Capoliveri ci sono porfidi e masse calcaree; la parte settentrionale è quella più ricca di minerali ferriferi quali oligisto, limonite e magnetite, vi si trovano, inoltre, scisti ardesiani e carboniosi, arenarie e puddinghe del permiano, calcari del mesozoico.
Curiosità: grazie ai dati rilevati nell'ambito del progetto CARG del Servizio Geologico d'Italia (ISPRA), Regione Toscana e Università di Firenze, nel 2015 è stata realizzata e presentata la nuova Carta Geologica dell'Isola d'Elba.
A questo progetto è stato associata anche la realizzazione di una collana di carte geologiche a carattere divulgativo dal titolo “Itinerari geologici”: una guida turistico-culturale alla scoperta di quei luoghi che risultano particolarmente significativi per la conoscenza della storia e dell’evoluzione geologica del territorio elbano.
Visualizza la Carta Geologica dell'Isola d'Elba
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