Tutto raccolto sulla sommità di una dorsale isolata, Capoliveri nacque come fortezza d'altura. È un paese storicamente molto interessante, a partire dal tempo degli Etruschi e dei Romani che basavano il loro potere sullo sfruttamento delle miniere di ferro del territorio e del relativo commercio.
Curiosità: Il ferro dell'Elba trova citazione per la prima volta nell'Eneide dove Virgilio chiama l’Isola d’Elba “Ilva”, che vuol dire ferro.
Il vero e proprio sfruttamento delle miniere di Capoliveri è avvenuto nell'era moderna e almeno fino alla seconda metà dell'Ottocento la produzione mineraria ebbe un notevolissimo incremento: il minerale estratto veniva venduto per quattro quinti a nazioni straniere, fra le quali Francia, Inghilterra e, in minor quota, Stati Uniti; anche gli altiforni di Portoferraio (prima dell'ultima guerra) e gli stabilimenti di Piombino, Genova e Taranto necessitavano di enormi quantità di minerali.
Nella seconda metà dell'Ottocento, i cavatori del ferro del versante capoliverese dettero vita alle prime rivendicazioni a carattere economico e alle relative lotte salariali che furono segnalate dallo stesso Ministero dell'Industria, come uno dei più importanti contributi alla nascita di una coscienza sindacale fra i lavoratori.
Nel 1897 quando Giuseppe Tonietti vinse il Capitolato d’appalto, venne avviata una gestione di lungo periodo e un processo d'integrazione produttiva che, collegando le miniere dell’Elba orientale con lo stabilimento di Portoferraio, dette vita alla nascita della Società anonima Elba di miniere e altoforni.
Nei primi anni del secolo aprì lo stabilimento siderurgico di Portoferraio, l’altoforno per la ghisa e l’acciaio, per la prima volta prodotti direttamente sull’Isola e distribuiti in tutta Italia. L’isola divenne famosa e moderna, orgoglio d’autarchia visitata più volte da Mussolini e riprodotta sulle cartoline d’epoca che diffondevano l’immagine dell’Elba industriale.
Vennero progettati nuovi impianti e opere di ammodernamento degli scavi: ferrovie e treni a vapore, pontili per l'imbarco, funivie, centrali elettriche; strade e mezzi arrivarono in miniera molto prima che in paese.
Vennero sviluppati nuovi cantieri e stabilimenti a Calamita e a Terranera e la forza lavoro aumentò. Gli operai si unirono alla lotta di classe riuscendo a ottenere qualche diritto dopo i primi scioperi e le grandi occupazioni.
Con la guerra la produzione calò drasticamente finché, semidistrutti dai bombardamenti del secondo conflitto mondiale, gli altiforni chiusero e gli elbani, stremati dalla guerra e dalla perdita della loro miglior risorsa, dovettero ricominciare.
La ripresa nel dopoguerra iniziò con i lavori di preparazione per la miniera sotterranea del Ginevro, la galleria di magnetite più grande e produttiva d’Europa, fiore all’occhiello della produzione siderurgica italiana, che richiese ben vent’anni di progettazione, 7 km di strade sotterranee e 90 m di profondità.
Si coltivava la magnetite, il miglior minerale di ferro; la resa altissima ripagava lo sforzo dello scavo nella roccia durissima e della messa a punto degli impianti così lontani dal paese. Vennero create strade percorribili prima in bici e dopo in bus per arrivare in cantiere; il cottimo fu bandito e i minatori riuscirono ad avere un salario, ancora misero ma regolare. Il lavoro in galleria era ancora durissimo ma la perforazione con martelli e macchine ad aria compressa ed il trasporto con locomotive a batteria migliorarono le cose.
Anche i cantieri a cielo aperto aumentarono e si ammodernarono con nuovi impianti di trattamento e separazione del minerale, pontili e nastri trasportatori del minerale che veniva trasferito sui camion via terra o sui pontili per essere caricato sulle navi.
Negli anni ‘60 si affacciarono all’Elba i primi turisti e, malgrado gli scioperi e le proteste dei minatori, nel 1981 l’attività produttiva delle miniere venne sospesa nonostante nei giacimenti ci fosse ancora molto ferro disponibile.
L’Elba divenne sempre più una meta turistica e Capoliveri si trasformò velocemente in uno dei paesi più apprezzati e attivi dell’Elba.
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